Giochiamo a fare i vichinghi: da «God of War» ad «Assassin’s Creed», il mito norreno conquista i videogame

Con un giro d’affari di oltre due miliardi di euro nel solo 2022, il mondo dei videogiochi è ormai parte della quotidianità di quattordici milioni di italiani. Mondi virtuali sempre più suggestivi e articolati prendono vita grazie a investimenti degni di Hollywood e a team creativi in grado di tramutare culture e immaginari in coinvolgenti esperienze interattive. Quello videoludico è un medium in costante trasformazione, nel quale la mitologia norrena si è ritagliata di recente una posizione privilegiata. La furia del Ragnarök, le macchinazioni di Odino, le sale del Valhalla hanno fatto la fortuna di produzioni da oltre venti milioni di copie vendute. Ai Boreali, Giuseppe Arace e Alessandro Bruni, responsabili editoriali della sezione gaming di Everyeye.it, esplorano le più suggestive declinazioni di questo incontro tra saghe millenarie e tecnologia high-end. L’avvento del Fimbulwinter diviene così il palco scelto da God of War: Ragnarök per raccontare un intenso rapporto padre-figlio, la minuziosa ricostruzione della cultura vichinga trasforma Assassin’s Creed: Valhalla in un inaspettato strumento didattico, mentre il visionario viaggio nel Valheim messo in scena da Hellblade: Senua’s Sacrifice si tramuta nell’acclamata rappresentazione di una mente afflitta da una grave forma di psicosi. In collaborazione con Everyeye.it.

Foto © Lorenzo Herrera, Unsplash